mercoledì 22 gennaio 2014

Anche questo è PANE FRESCO!




Una vetrina di golosi abbinamenti tutti all'insegna del pane.

Ecco una delle golose tentazioni che al SIGEP (Salone Internazionale della Gelateria, Pasticceria e Panificazione Artigianali) di Rimini hanno attirato la mia attenzione per l'interpretazione del classico pane e cioccolato, pane e marmellata, pane e fichi... in una sorprendente versione GELATO. 
























Un conto però è la geniale idea dalla FABBRI, che avvalendosi del pane di PRINCI propone abbinamenti tradizionali e non, ben altra cosa è dover ricorrere a un preparato industriale per dare corpo a un gelato definito atigianale.

Ai miei occhi appare un percorso di produzione (pur legittimo) che "mette letteralmente i brividi", in quanto il sapore è ottenuto unicamente con l'ausilio di aromatizzanti!

Voi pensatela come vi pare, ma personalmente fatico ad accettare il senso di gusti che definisco di "plastica".




martedì 21 gennaio 2014

SICILIA ...dove ospitalità e bellezza sono una dolce passione di famiglia













































Ieri a Rimini, nel contesto della XXXV edizione di SIGEP ho avuto il piacere di fare la conoscenza della signora Angela Varisco, terza discendente di una storica famiglia di pasticceri siciliani.

Con grande competenza e passione mi ha raccontato dei tempi in cui sulle tavole in terra di Sicilia non c'era il pandoro, il panettone o il tronchetto ricoperto di cioccolato, bensì i dolci poveri di ingredienti ma ricchi del gusto dei prodotti tipici del territorio e da sempre tramandati con gli antichi riti isolani.

Ho scoperto così che la pasticceria SCANDALIATO, nel solco della tradizione è senza ombra di dubbio tra i luoghi più celebri dove gustare i dolci della città di Messina.

Tra le eccellenze dolciarie tramandate da nonno Carlo emerge la Pignolata, una dolce specialità originata ai tempi della dominazione spagnola (1516-1713) e che anticamente trovava nel carnevale l'occasione più appropriata per essere preparata nella sua caratteristica forma rettangolare con l'utilizzo di una duplice glassa in luogo del miele presente nella ricetta originale.

Una seducente esperienza sensoriale con l'inebriare profumo dello zucchero, del cioccolato, degli agrumi... che ha acceso in me la voglia di ritornare a viaggiare in quell'isola meravigliosa di nome SICILIA!


mercoledì 15 gennaio 2014

Dalla prosperità alla fame, senza circostanze attenuanti













































Terninati gli eccessi alimentari che caratterizzano abitualmente le festività natalizie e prima di proiettarci (non solo a chiacchiere) nei ritmi goliardici del carnevale, riprecipitiamo nell'ordinarietà con la lessatura della lattuga e di altri generi di verdura in foglia. 
    
Con l'approccio a una sorta di dieta medioevale, cito una antica ricetta censita da Stefano Scansani che col volume "IL MANGIARE CATTIVO" «guarda all'alimentazione dalla parte della ganascia, attraverso ottantuno mangiari dell'evo bruto».

La pratica della salàta còta (Lattuga cotta) era in uso quando questi ortaggi davano segni di sfinimento, di prossimo appassimento, e nell'orto ormai erano andati in sménsa, cioè quando avevano superato la soglia della commestibilità cruda. Spettava all'acqua bollente ridurre in una mezza poltiglia la salàta brutta di gusto e brutta alla vista. 

La lattuga cotta era una panacea per le donne in stato (interessante), perchè faceva latte. Il nome lactuca spiega tutto. In molti casi le verdure lessate venivano successivamente strizzate e lasciate passare nel burro agliato e cipollato.
 

Ne sanno qualcosa anche gli spinaci, la catalogna, le cime di luppolo i luartìss –, le erbette bianche o bietole o erbette. 

Ma qui siamo sul fine.













































 La roba:
 
Lattuga ormai morta. Acqua. Sale. Burro. Aglio o cipolla. 

Una pignatta, un tegame, una forchetta e un coltello.


La preparazione:

 
Lessate la lattuga (o altri ortaggi in foglia) buttandola nell'acqua salata in ebollizione. Testatela con la forchetta e, non appena è cotta, traetela a riva. Scolatela e strizzatela. Nel tegame soffriggere alcune tuniche di cipolla o un paio di spicchi d'aglio. 

Rimenare e rigirate.

Scrive l'autore: per sfatare alcuni luoghi comuni, si sappia che il perpetuarsi nei secoli del mangiare cattivo non corrisponde a miseria endemica e fame atavica nel senso della dannazione, ma dell'economia chiusa, sempre la stessa.


Il mangiar cattivo era connaturato a quel sistema.



















Stefano Scansani
IL MANGIARE CATTIVO
editoriale SOMETTI (1997)




Per l'ormai difficile reperibilità del volume, suggerisco di cercarlo con pazienza nei mercatini di piccolo antiquariato. 


A ben guardare, con una meticolosa ricerca la rete viene in aiuto e... chi interessato potrebbe cogliere al volo qualche interessante opportunità on line.







 

domenica 12 gennaio 2014

Indovina CHI?






ISTRUZIONI: Scrivere il nome di un politico e attendere l'effetto.























Da gioco da tavolo degli anni ottanta ad attuale formula per liberarsi, solo un pezzo alla volta, di una classe politica inattendibile per manifesta incapacità di gestione della cosa pubblica... nonchè espressione dell'ultima Repubblica dello Spreco.




































Forse non ci crederete, eppure funziona!








venerdì 10 gennaio 2014

Tutta italiana, la modalità di risveglio che fa scuola!


















































Voglio iniziare questa mattina con la bella comunicazione realizzata per Black & Blaze dall'agenzia pubblicitaria Inhalt&Form Werbeagentur BSW, Zurich ...e degustando, idealmente, la fondamentale differenza tra un caffè torrefatto con procedimenti industriali e il caffè prodotto in una piccola torrefazione Svizzera.

BUONA GIORNATA!

www.blackandblaze.com


martedì 7 gennaio 2014

I veterinari visti con gli occhi della pubblicità





  
Ve li ricordate gli spot dell'Amaro Montenegro?

Finiti i bei tempi della pubblicità tormentone degli anni '80/'90 quelli, per intenderci, del mitico veterinario la cui giornata "non è mai finita" perchè "quello del veterinario è un mestiere duro".

Bene, oltre vent'anni dopo, quella professione appare usurante perchè i pazienti "senza macchia e senza paura" lasciano pesantemente il segno.

Almeno secondo una più recente interpretazione della categoria, realizzata per una campagna a firma dell'agenzia Advico Young & Rubicam di Zurigo.
































Art Director: Lukas Wietlisbach
Published: December 2013



giovedì 2 gennaio 2014

L'Italia a stecchetto... scenari di situazioni che si ripetono


1956














































Dopo i gelati, che sono stati la fresca e dolce colonna sonora dei giovani della mia generazione, si sono fatte strada le "gelate" a cadenzare (aimè) un percorso col tempo sempre più irto di difficoltà. 
   
...Tra il 1959 ed il 1962 i salari degli operai dell’industria crescono, le esportazioni trainano la crescita, la condizione generale del Paese migliora a vista d’occhio, il benessere si diffonde e sembra inarrestabile. Ma non è così e la prima crisi congiunturale arriva tra il 1963 ed il 1964; il miracolo si ferma, il governo interviene sulla politica monetaria, l’industria non riesce più ad autofinanziarsi e ricorre al credito bancario, il Paese riparte, ma di meno e solo per un po’: il miracolo, di fatto, si ferma lì e non si ripeterà. ...
 
Nello sfogliare il catalogo della mostra "Il Cibo Immaginario 1950-1970 Pubblicità e immagini dell’Italia a tavola" sono state proprio le immagini della reclame che corredano questo post, a rinfrescare il ricordo e a innescare considerazioni per associazione di idee.


Bellissima l'immagine della Motta, icona di lunghe estati spensierate in cui puntualmente si trovava refrigerio in un ricoperto (gelato fiordilatte ricoperto da uno strato di cioccolato) del costo di 30 lire.

  

1968










































Siamo nel 1968, la rivoluzione è di moda e la matita di Benito Jacovitti scrive Viva Moreno, el gelato revolusionario della Eldorado che costa solo 50 lire.

... Nell’Italia che si è fermata, tutti sono più attenti a quello che si spende, anche per mangiare, e prezzo e risparmio diventano elementi del tutto centrali della pubblicità dei prodotti. ...

Il senso del tempo trascorso... come un interminabile film in bianco e nero che continuiamo a vivere ininterrottamente da troppi anni.


1957, il tempo del gelato alla colonia alpina PADRE COCCHI. Sede estiva Garresio (CN)





























Chi volesse, ha tempo fino al 6 gennaio per esplorare il linguaggio espositivo de Il Cibo Immaginario

Al Palazzo delle Esposizioni di Roma, grazie alla ricerca di Marco Panella, un susseguirsi di materiali cartacei sopravvissuti e recuperati dalla dispersione, cercati e trovati nelle case e nelle cantine, nei mercatini del piccolo modernariato e sui siti di aste telematiche, materiale povero e al tempo stesso ricco di vita vissuta: riviste, dalle quali sono state tratte le inserzioni pubblicitarie, e poi depliant, cataloghi premio, agende per la casa, calendari, locandine, cartoline illustrate, fotografie, figurine e fumetti.

Il senso del tempo, sempre più uguale a se stesso.