giovedì 2 gennaio 2014

L'Italia a stecchetto... scenari di situazioni che si ripetono


1956














































Dopo i gelati, che sono stati la fresca e dolce colonna sonora dei giovani della mia generazione, si sono fatte strada le "gelate" a cadenzare (aimè) un percorso col tempo sempre più irto di difficoltà. 
   
...Tra il 1959 ed il 1962 i salari degli operai dell’industria crescono, le esportazioni trainano la crescita, la condizione generale del Paese migliora a vista d’occhio, il benessere si diffonde e sembra inarrestabile. Ma non è così e la prima crisi congiunturale arriva tra il 1963 ed il 1964; il miracolo si ferma, il governo interviene sulla politica monetaria, l’industria non riesce più ad autofinanziarsi e ricorre al credito bancario, il Paese riparte, ma di meno e solo per un po’: il miracolo, di fatto, si ferma lì e non si ripeterà. ...
 
Nello sfogliare il catalogo della mostra "Il Cibo Immaginario 1950-1970 Pubblicità e immagini dell’Italia a tavola" sono state proprio le immagini della reclame che corredano questo post, a rinfrescare il ricordo e a innescare considerazioni per associazione di idee.


Bellissima l'immagine della Motta, icona di lunghe estati spensierate in cui puntualmente si trovava refrigerio in un ricoperto (gelato fiordilatte ricoperto da uno strato di cioccolato) del costo di 30 lire.

  

1968










































Siamo nel 1968, la rivoluzione è di moda e la matita di Benito Jacovitti scrive Viva Moreno, el gelato revolusionario della Eldorado che costa solo 50 lire.

... Nell’Italia che si è fermata, tutti sono più attenti a quello che si spende, anche per mangiare, e prezzo e risparmio diventano elementi del tutto centrali della pubblicità dei prodotti. ...

Il senso del tempo trascorso... come un interminabile film in bianco e nero che continuiamo a vivere ininterrottamente da troppi anni.


1957, il tempo del gelato alla colonia alpina PADRE COCCHI. Sede estiva Garresio (CN)





























Chi volesse, ha tempo fino al 6 gennaio per esplorare il linguaggio espositivo de Il Cibo Immaginario

Al Palazzo delle Esposizioni di Roma, grazie alla ricerca di Marco Panella, un susseguirsi di materiali cartacei sopravvissuti e recuperati dalla dispersione, cercati e trovati nelle case e nelle cantine, nei mercatini del piccolo modernariato e sui siti di aste telematiche, materiale povero e al tempo stesso ricco di vita vissuta: riviste, dalle quali sono state tratte le inserzioni pubblicitarie, e poi depliant, cataloghi premio, agende per la casa, calendari, locandine, cartoline illustrate, fotografie, figurine e fumetti.

Il senso del tempo, sempre più uguale a se stesso.






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