mercoledì 25 aprile 2012

L'Isola di San Simeone



































L'Isola di San Simeone, una delle opere di Massimo Canuti esposte nella mostra VIAGGIATORE VIAGGIANTE, è l'invito per un viaggio particolarmente intrigante. Una mappa, che riporta con dovizia di particolari i mitici toponimi del territorio di Eridano, come essenza di un viaggio fantastico da intraprendere coraggiosamente a piedi come l'intraprendente Stefano Grasselli incamminato "Verso la montagna inquietante", a bordo del van vintage di Marco Arduini o a cavalcioni delle ali della fantasia... come l'Orinonauta di Lorenzo Criscuoli.

Verso la montagna inquietante © Stefano Grasselli


© Marco Arduini
Orinonauta © Lorenzo Criscuoli
























































































































L'Isola di San Simeone
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Simeone di Edessa, detto anche San Simeone Salos, cioè Stolto (Emesa, ... – Emesa, 550)

Nato da una famiglia agiata di Emesa, l’odierna Edessa, visse fino all’età di trent’anni insieme con la propria madre, che lasciò solo per compiere, insieme all’amico d’infanzia Giovanni, un pellegrinaggio a Gerusalemme in occasione della festa dell’Esaltazione della Croce. I due compagni dopo che sulla via del ritorno avevano visitato alcuni monasteri sul fiume Giordano, decisero di dedicarsi interamente alla vita monacale. In poco tempo furono consacrati monaci ma, essendo desiderio di Simeone dedicarsi interamente alla vita ascetica nel deserto, abbandonarono il monastero ove erano stati ordinati.
Dopo 29 anni vissuti in contemplazione nel deserto Simeone tornò solo nella propria città natale, ove condusse la vita di “Stolto in Cristo”, così come erano chiamati coloro i quali, fingendo pazzia e sottoponendosi ad ogni sorta di penitenza, credevano di avvicinarsi alle sofferenze patite da Gesù nel Calvario. Apparendo a tutti “in uno stato alterato” non salutava chi incontrava, scappando se qualcuno gli rivolgeva la parola nella convinzione che questi “volesse rubare la sua virtù”. A causa di tali comportamenti era spesso visto in cattiva luce dalla popolazione locale la quale, fuggendo Simeone dalla compagnia degli altri, non poteva sapere se e quando il monaco pregava Dio o digiunava, tanto più che questi non era avulso dall’introdursi furtivamente nelle locande per mangiare tutto ciò che gli si parava davanti. Vi era tuttavia una stretta cerchia di persone con la quale Simeone si mostrava sincero e affabile: tra questi vi era una serva la quale, rimasta incinta, incolpò Simeone del suo stato. Il santo non fece nulla per contraddirla, affermando anzi con le persone che incontrava che era successo proprio quanto si raccontava poiché “la carne era debole”.
Solamente quando giunse il parto e alcuni familiari della serva si rivolsero a lui perché vi erano complicanze e volevano che il monaco pregasse per la salute della partoriente che il santo rivelò che la donna non riusciva a sgravarsi solo e unicamente perché non aveva rivelato il nome del padre del nascituro.
Quando finalmente lo rivelò anche il bambino nacque. Si racconta che vi fu grande scandalo per Edessa quando il santo fu sorpreso ad introdursi negli alloggi di una prostituta.
Interrogata la donna rivelò che Simeone si era recato in casa sua per donarle da mangiare, essendo più di tre giorni che la stessa era rimasta malata e senza cibo, mostrando nel contempo i resti dei cibi che le erano stati portati. Leggenda vuole che poco prima di un terremoto il monaco iniziò a colpire con una frusta le colonne presenti nel foro gridando “Voi state; voi dovete saltare”. Alcuni testimoni presenti al fatto, conoscendo le virtù profetiche del santo, segnarono le colonne indicate le quali, dopo il terremoto, furono le uniche a rimanere erette.

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Locanda del Gatto Nero
Bugno della Margherita
Bugno di Flori
Spiaggia dei Mangiatori di Loto
Oasi di Bamba Issa




VIAGGIATORE VIAGGIANTE
Guastalla Palazzo Ducale
31 marzo / 29 aprile 2012








 


lunedì 16 aprile 2012

sabato 7 aprile 2012

I fiori dell'albero di Giuda



Leggenda vuole che i fiori del siliquastro (peraltro identificato come albero di Giudea) sono rosei, perché arrossiscono dalla vergogna per il suicidio di Giuda Iscariota, l’apostolo di Gesù passato alla storia come il suo traditore.











lunedì 2 aprile 2012

Una burla made in Switzerland per iniziare il mese di aprile con il sorriso


 










































A partire da lunedì 26 marzo, per una settimana si è diffusa la notizia di una nuova tecnica di produzione alimentare: la Geco-Tecnologia.

In realtà, l'insospettabile umorismo nato nelle valli svizzere, altro non è che un pesce d’aprile. 

La comparsa di spot televisivi, avvisi pubblicitari, una massiva operazione di guerrilla marketing e la complicità di oltre trenta blog nazionali per la diffusione virale sia dello spot esplicativo sia della notizia, ha contagiato a macchia d’olio il web in una sorte di geco-tecnologicamania.










































 



Oggetto della burla, “l'infallibile” metodo escogitato in Svizzera per produrre una delle eccellenze gastronomiche più amate del paese: l’Emmentaler DOP

Meno stress per le mucche, grazie ai gechi liberatori dai fastidiosi attacchi di mosche e mosconi, e il conseguimento di un latte migliore. Anche il primo sperimentatore GECOMINO© si è divertito nei test, facendo il bungee jamping aggrappato alla coda delle mucche (nei loro continui movimenti nervosi) pronto a far scorpacciata di mosche al volo.

Lo scherzo è stato organizzato a livello europeo con la complicità dell’istituto di ricerca ALP Agroscope Liebefeld-Posieux e del suo responsabile per il settore di trattamento del latte, il dottor Hans-Peter Bachmann.

Le centinaia le persone accorse il 1° aprile sulla Bärenplatz di Berna per assaggiare in prima mondiale il nuovo Emmentaler prodotto con la Geco-Tecnologia, si sono trovate spiazzate di fronte alla scoperta del simpatico scherzo ma ricompensate con generosi assaggi dell'autentico e famoso formaggio “con i buchi”. 

Rivediamo il video: